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Filippo Galli, studente ambasciatore alle Nazioni Unite

Lo studente Filippo Galli, iscritto alla 3° A del Liceo delle Scienze Applicate, ha partecipato al progetto “Studenti Ambasciatori alle Nazioni Unite”, un’iniziativa dell’IDA (Italian Diplomatic Academy – Accademia Italiana per la Formazione e gli Alti Studi Internazionali) a cui da qualche anno partecipano molti studenti cremonesi.

Al rientro dal viaggio a New York abbiamo posto a Filippo alcune domande affinché altri studenti dell’Istituto possano conoscere meglio la proposta dell’IDA o di altre organizzazioni analoghe.

Puoi dirci in cosa consiste il progetto?

L’iniziativa “STUDENTI AMBASCIATORI ALLE NAZIONI UNITE” vuole permettere la partecipazione degli studenti italiani ai Model United Nations (MUN): meeting internazionali di studenti provenienti da ogni parte del pianeta, che hanno per oggetto la simulazione del meccanismo di funzionamento degli organi delle Nazioni Unite.

Offre agli studenti la possibilità di confrontarsi in un contesto di respiro multiculturale ed internazionale. I MUN sono una simulazione che consiste nel rappresentare, durante una sessione di lavori delle Nazioni Unite, i Paesi membri dell’Organizzazione. Gli studenti lavorano nelle singole commissioni sugli argomenti (topics) presenti in agenda, fino alla votazione finale delle risoluzioni, che avviene nel corso dell’Assemblea Generale.

Puoi brevemente riassumere la tua esperienza?

Il progetto è costituito da due sezioni: una teorica e una pratica, facoltativa.

Il corso teorico è composto di tre moduli di quattro lezioni ciascuno.

Nella prima parte, in lingua italiana, sono state fornite le prime nozioni: approccio ad un atteggiamento diplomatico, relazioni politiche, un’infarinatura di storia contemporanea e di geopolitica.

Con la seconda parte, in lingua inglese, si entra nel dettaglio delle procedure di esecuzione dei congressi.

Nella terza ed ultima parte si effettuano delle simulazioni, naturalmente in lingua inglese.

A conclusione della parte formativa e nozionistica, in modo facoltativo, è previsto uno stage presso il Palazzo di Vetro (sede delle Nazioni Unite) a New York per applicare quanto si è appreso.

Come tu e gli altri studenti cremonesi vi siete preparati al viaggio?

La preparazione della simulazione di New York è sostenuta da personale altamente qualificato, in gran parte composto da docenti universitari. Sono affiancati da tutor, ragazzi poco più grandi di noi, che hanno già vissuto l'esperienza gli anni passati e sono disposti ad aiutare i futuri partecipanti. Al termine delle lezioni teoriche, ma prima della simulazione a New York, abbiamo partecipato ad una simulazione in lingua inglese tenutasi a Milano.

Prima della partenza una serie di video, curati da IDA, hanno fornito tutte le informazioni utili (Si possono vedere online, sul sito dell’IDA).

Come si è articolato il viaggio negli Stati Uniti?

Siamo partiti dall'aeroporto di Milano Malpensa e dopo 9 ore di volo aereo siamo giunti a destinazione. Arrivati a New York, IDA ci ha divisi in due gruppi. Avevamo sempre mezza giornata libera tranne nei tre giorni del pieno svolgimento dei lavori delle commissioni, nei quali eravamo sempre impegnati. Gli ultimi due giorni, prima del rientro in Italia, abbiamo avuto tutta la giornata libera per visitare la città.

Una volta all’ONU, cosa avete fatto?

Una volta giunti nella sede delle Nazioni Unite a New York abbiamo iniziato la simulazione di ciò che quotidianamente fanno le commissioni UN.

Quale stato tu rappresentavi e quali interventi hai fatto?

Io appartenevo alla commissione “Disec”, ovvero la commissione che affronta i temi del disarmo nucleare e del traffico illecito di armi leggere. Il paese rappresentato da me e da uno studente del Manin era l’Honduras. Essendo uno stato poco importante sul piano politico ed economico, abbiamo deciso di porci come obiettivo quello di creare una coalizione numerosa, al fine di ottenere che le superpotenze diminuiscano i propri arsenali nucleari.

E ci siete riusciti?

La coalizione era forte e stabile ma le superpotenze (quali Cina, USA e Russia) erano rappresentate da studenti universitari americani i quali ci hanno battuto di qualche voto.

Chi avete incontrato?

Abbiamo incontrato il Console generale italiano a New York, Francesco Genuardi, e numerose altre persone che hanno scelto la carriera diplomatica.

Come giudichi questa esperienza? Pensi che, indipendentemente dal tipo di studi che farai, ti servirà?

Ritengo questa esperienza più che positiva, credo sia stata un’ottima occasione per conoscere meglio il mondo contemporaneo e per avere un assaggio di ciò che è il mondo della diplomazia.

A prescindere da ciò che sceglierò di studiare in futuro, questa esperienza mi ha permesso di migliorare la padronanza della lingua inglese e di conoscere nuove realtà non appartenenti alla quotidianità.

Volendo fornire suggerimenti ad altri ragazzi che potrebbero partecipare in futuro, puoi dirci che tipo di requisiti linguistici, culturali, “politici” ci vogliono? Che tipo di impegno viene richiesto? Quali suggerimenti daresti loro?

Non credo di poter dare consigli; dico solo di credere e vivere nella più completa e serena tranquillità questa bellissima esperienza. Naturalmente non dico che sia un'esperienza di puro svago, ma nemmeno un'esperienza di esclusivo impegno intellettuale o di studio; è un giusto compromesso tra le due realtà. Ogni attimo trascorso in questo viaggio mi ha fatto crescere e spero che possa succedere anche ad altri ragazzi.  

Nella foto che accompagna l’intervista: Filippo Galli (Torriani) e Diego De Sainz Simpson (Manin) a New York.

MT

 

Pubblicata il 07 aprile 2018

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