POF
Il modello di integrazione scolastica – che ha permesso a partire dalla legge 517/1977 il proficuo inserimento degli alunni diversamente abili nelle classi, facendo del sistema di istruzione italiano un punto di riferimento a livello europeo – è stato ridefinito e completato dalla Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 che, superando l'approccio tradizionale basato sulla certificazione della disabilità, punta l'attenzione su tutti gli alunni in situazione di disagio, nella convinzione che l'area dello svantaggio scolastico sia molto più ampia di quella riferibile alla presenza di un deficit certificato. In questo senso “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. La scuola è dunque chiamata a potenziare la cultura dell'inclusione, per promuovere un modello educativo che sappia venire incontro alle richieste di speciale attenzione, dovute a fattori quali lo svantaggio culturale e sociale, i disturbi specifici dell'apprendimento, i disturbi evolutivi specifici, le difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiane.
Sulla base di queste indicazioni e in ottemperanza agli adempimenti previsti dalla normativa (Circolare Ministeriale n. 8 del 6/3/2013), l'istituto comprensivo ISA 6 mette in atto tutte le misure necessarie per intervenire nell'area del disagio scolastico e per realizzare appieno il diritto all'apprendimento per tutti gli alunni in situazione di difficoltà. Tale diritto viene garantito innanzitutto estendendo a tutti gli alunni che manifestano Bisogni Educativi Speciali la possibilità di usufruire di un percorso di studio personalizzato, ed eventualmente di misure dispensative e di strumenti compensativi. I docenti dei diversi ordini di scuola (i consigli di classe/di interclasse e di sezione) si assumono così il delicato compito di segnalare i casi in cui si ritenga opportuna o necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica, deliberando di volta in volta, con l'accordo della famiglia interessata, un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Il PDP, firmato dal Dirigente scolastico, dai docenti e dalla famiglia, diventa quindi uno strumento fondamentale, che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le modalità di intervento più idonee ed i criteri di valutazione degli apprendimenti più adeguati alle capacità dell'alunno.
Le strategie attivate dal nostro istituto per perseguire detta “politica dell'inclusione” prevedono innanzitutto la formazione di un Gruppo di lavoro per l'inclusione (GLI), costituito dagli stessi componenti del GLHI, integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola, in modo da assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi. Le funzioni fondamentali del GLI sono:
ñrilevazione di tutti i BES presenti nella scuola
ñelaborazione di un Piano Annuale per l'Inclusione (PAI – allegato), riferito a tutti gli alunni con BES, oltre che agli alunni con certificazione di disabilità, che viene redatto ogni anno scolastico e approvato dal collegio dei docenti
ñinterfaccia con CTS e servizi sociali e sanitari territoriali
Il gruppo GLI si riunisce all'inizio dell'anno scolastico ed in tutti i casi in cui lo richiedano il dirigente scolastico, le famiglie o gli operatori del servizio scolastico.